Intervista ad un operatore esperto

By 29 ottobre 2020

microphone-1716069_1280Una breve premessa

Penso che in un momento come questo sia importante non solo condividere contenuti utili con gli utenti del nostro blog, ma anche contenuti che mostrino di più sulla nostra realtà.

Quella realtà che si propone sul mercato come partner affidabile, ma allo stesso tempo fatta di persone e di professionalità tutte diverse tra loro, che durante il lavoro quotidiano, cercano di creare una buona alchimia nell'erogare il servizio al cliente.

Mi sono quindi divertita nei giorni scorsi con uno degli operatori più estroversi, Dario, a creare una sorta di “intervista” per far emergere stavolta qualcosa di diverso, più profondo, su quella che è la realtà di EDR e delle persone che la compongono.

 

Allora iniziamo la nostra avventura!

Da quanto tempo fai questo lavoro?

Da circa 25 anni. In realtà la mia professione è nata come autista di mezzi pesanti, poi nel corso del tempo mi sono ritrovato a lavorare presso un’azienda che eseguiva consegne di combustibili e bonifiche di serbatoi.

L’azienda qualche anno dopo, ha deciso di aprire un nuovo ramo di azienda negli spurghi. Da quel momento, è iniziata la svolta.

 

Cosa ti ha spinto a iniziare a lavorare proprio in questo settore?

Quando l’azienda ha aperto questo nuovo ramo negli spurghi, io sono diventato uno dei membri, il compito mi è stato affidato, non è stata proprio una scelta inizialmente.

 

Dalla nostra esperienza, o si ama questo lavoro o si odia.. alcune persone provano un giorno e poi se ne vanno subito. Tu, perchè lo ami tanto?

Non mi stupisce che alcune persone non abbiano molta passione per questo lavoro, come dici, deve proprio piacere! Io questa passione l'ho avuta dal primo giorno.

Se dovessi dare un voto al mio lavoro, in una scala da 1 a 10 gli direi 9. Solo perché ogni tanto capita di “sporcarsi” con materiale che non è proprio come il bagnoschiuma.

 

Hai mai lasciato il lavoro di operatore per dedicarti ad altro e poi ritornare?

No, non mi è capitato e in realtà non ci ho neanche mai pensato perchè mi piace moltissimo!

 

Ovviamente come in tutti i lavori ci sono aspetti positivi e negativi. Quali sono dal tuo punto di vista?

La cosa più brutta di questo lavoro, è trovare un cliente maleducato. Poi in scala, il materiale che trattiamo non è spesso piacevole, ma neanche lavorare con colleghi che non hanno la tua stessa passione.

La cosa bella è lavorare per un lavoro che mi piace, e sicuramente ricevere gli elogi dai piani alti!

 

Se dovessi trovare un aggettivo per descriverti, quale sarebbe? Mentre i tuoi compagni di lavoro come ti descrivono?

Empatico, per quanto mi faccio apprezzare dalle persone. Sul giudizio dei miei compagni invece Indagherò.. anche se sono sicuro che apprezzano il mio modo di lavorare.

 

[Lavorare in EDR]. EDR non è l’azienda in cui hai iniziato, ma se pensi a questa esperienza.. cosa vuol dire lavorare in EDR?

Lavorare in EDR per me è una grande soddisfazione, e non lo dico perchè mi stai intervistando! Dal primo giorno il mio rapporto con i superiori è stato eclatante, e ne sono veramente orgoglioso e innamorato. Questa azienda per me vuol dire imparare tecniche di lavoro nuove e innovative, perché infondo, nessuno finisce mai di imparare.

 

Chi è il “Tecnico EDR?

Il Tecnico EDR deve essere quello che prende in mano la situazione, (parlo del Capo Squadra ovviamente). Qualsiasi problematica deve essere in grado di gestirla e tenere tranquillo il cliente sicuramente preoccupato.

 

Emergenze notturne o festive.. cosa puoi dire di queste?

Dire che è bello uscire in emergenza magari notturna non ci crederebbe nessuno, quindi niente bugie.

Quando esci per un’emergenza, la maggior parte dei clienti che trovi è spaventata del problema, in allarme insomma, ed il nostro dovere prima di risolvere il problema è sicuramente quello di tranquillizzarli.

Ci sono clienti che pur di risolvere il problema sarebbero disposti a pagare qualsiasi prezzo, ma non è ovviamente necessario: sappiamo di poter risolvere il problema, e già questo è un aspetto da non sottovalutare, che fa loro scendere l’ansia.

Dopo la risoluzione del problema, e soprattutto dopo aver visto il cliente soddisfatto si va via con grande entusiasmo e grande soddisfazione. E quando arrivano congratulazioni e magari recensioni su Google o Facebook con il nome pubblicato, la soddisfazione è ancora più grande per il riconoscimento!

 

Ci racconti una tua giornata tipo?

Nel mio lavoro bene o male le giornate lavorative sono molto simili.

Se non ci sono emergenze, inizio la mattina alle ore 7:00 la mia avventura lavorativa con orgoglio.

Dopo aver preso il mezzo mi dirigo con il collega sul logo indicato in agenda, e dopo aver incontrato il cliente inizio a svolgere l'attività di cui mi è stato chiesto: condotti fognari, sifoncini base colonna e sifone centrale con eventuali pozzetti di acqua meteo vanno per la maggiore.

A fine lavoro se non ci sono altre cose in agenda scrivo un messaggio al mio superiore, e se non ci sono emergenze mi chiede di rientrare.

 

Invece, un aneddoto divertente?

Si, e se ci penso a posteriori mi faccio qualche bella risata.. Circa 10 anni fa, mi trovavo in Corso Sempione, dove una colonna bagni condominiale era completamente ostruita fino ai piani alti. La causa era un pessimo grado di manutenzione, nel senso che non veniva mai fatta, con il risultato che nei piani non defluiva nulla.

Per risolvere il problema, mi dirigo a questo punto nelle cantine in cerca di un’ispezione. Entro in una cantina, dove faccio fatica a passare perché completamente piena di materiali e scaffali.

A quel punto noto in alto una colonna montante con un sifone base colonna, mi arrampico sulle scaffalature con una tuta bianca usa e getta, (che usiamo solitamente per non sporcarci in casi particolari) e arrivo al sifoncino un po’ in bilico.

A quel punto lo apro e non fuoriesce nulla. Chiedo quindi al mio collega di passarmi un cacciavite, lo infilo nel sifoncino, e quel punto.. la colonna si libera improvvisamente.

La cosa più brutta è stata quella di non poter scappare perché in bilico e in una posizione precaria. Ho potuto solamente abbassare la testa aspettando che il flusso finesse!

Ora vi starete chiedendo cosa ho fatto a quel punto.. beh, l’unica cosa possibile! Mi sono recato in strada, tolto gli abiti da lavoro e, in mutande, mi sono insaponato tutto. Il mio collega mentre rideva, mi risciacquava con il canaljet.

 

Bene, intervista finita, e oltre a ringraziare il nostro Dario, inviterei i lettori a lasciare un proprio commento qui sotto!

Buona giornata, a presto.